I SOTTERRANEI DEI CASTELLI BERGAMASCHI

Labirinti, passaggi segreti, strette vie di collegamento, cunicoli impenetrabili, dove si celano tesori inviolati, forzieri di monete d’oro. Ecco cosa si nasconderebbe nel sottosuolo della pianura Bergamasca, sotto castelli e fortezze. Racconti, leggende e un pizzico di verità, che si intrecciano in storie intriganti e ricche di fascino. A Malpaga, durante la Seconda guerra mondiale, si insediò un comando di milizie tedesche e slave. I soldati ispezionarono il castello alla ricerca di un nascondiglio per riporvi armi munizioni e viveri. Nel corso dell’esplorazione si imbatterono in un passaggio segreto: un tunnel a 10 metri di profondità, che partendo a nord del maniero, portava alla fortezza di Cavernago, che dista circa un chilometro.

La galleria è ora ostruita in più punti e non percorribile a causa del cedimento delle pareti e del crollo dei detriti. Treviglio sarebbe collegata con il castello dell’Innominato a Brignano da tre lunghissimi sotterranei. Da via Carcano, via Roma e via Cesare Battisti partirebbero i cunicoli che racchiuderebbero fantastici tesori. Un quarto tunnel sarebbe diretto a Caravaggio.

Una galleria mai menzionata da memorie storiche o leggende è stata trovata alcuni anni fa a Soncino in via San Pio V, durante alcuni lavori alla rete idrica. Ma la via era stata realizzata oltre mezzo secolo prima da ignoti esploratori a caccia di damigiane di vino. Il tunnel portava infatti nella canonica di San Giacomo di Soncino. Una galleria molto frequentata tanto che il parroco don Angelo Deste stanco dei furti di fiaschi la fece murare.

Anche la fortezza di Pagazzano nasconderebbe un passaggio segreto con il castello di Brignano.

Il mistero è tenacemente ricordato nelle storie che i nonni raccontano ancora oggi ai nipotini. Il castello fu palcoscenico di sfide sanguinose, ebbe fra i suoi più illustri ospiti anche Francesco Petrarca e tra quelli più temuti Bernabò Visconti. Fosche leggende legate ai sotterranei di cui pochi conoscono l’esatta topografia aleggiano nel ventre del castello di Torre Pallavicina.

Il nemico che cercava di scovare i signori nascosti nei sotterranei cadeva in un pozzo e finiva a fettine. Solo gli amici conoscevano il tracciato esatto per non cadere fra le lame. Ma il sottosuolo della Bassa non nasconderebbe solo luoghi inaccessibili e sinistri. Sotto castelli e fortezze si celerebbero anche bottini e scrigni colmi di preziosi.

A Romano di Lombardia, un sotterraneo della Rocca custodirebbe il carro imperiale del Barbarossa, ma nessuno si avventuri a cercarlo se ha cara la pelle. A Martinengo, sotto la fortezza si dice ci sia un forziere con 70 mila ducati d’oro, una piccola parte del tesoro del Colleoni.

Alla morte di Bartolomeo (1475) prima che gli eredi potessero mettere le mani sui beni paterni e su 150 mila ducati d’oro, sul posto giunse un gruppo di emissari di Venezia che mise i sigilli alla porta della casa del capitano di ventura e se ne andò con 80 mila ducati d’oro.