Pieve di San Martino a Palazzo Pignano

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La Pieve romanica di Palazzo Pignano è dedicata a San Martino ed è stata costruita alla fine del XI secolo. Nei suoi quasi 1000 anni di vita è stata più volte danneggiata, modificata, ristrutturata, decorata e restaurata. Dall’esterno potrai notare che i suoi muri originali con i mattoni disposti a spina di pesce sono stati modificati in molti punti.

Da un antico documento, datato anno 1.000, è emerso che 100 anni prima della costruzione dell’attuale Chiesa ne esisteva un’altra più antica che veniva già chiamata “pieve”.

Fin da prima dell’anno 1000, la Pieve era sotto la Diocesi di Piacenza. Durante il Medioevo Palazzo Pignano fu protagonista di alcune vicende ecclesiastiche. Infatti, nel 1450 Crema cadde sotto il controllo della Repubblica di Venezia ed il vicario del Vescovo di Piacenza, anche parroco di Palazzo Pignano, chiese di essere trasferito nella città di Crema. Con questo trasferimento Palazzo Pignano perse la sua importanza e nel 1580 si allontanò dalla Diocesi di Piacenza per entrare nella nuova Diocesi di Crema.

Oggi, infatti, la pieve di Palazzo Pignano è considerata la Chiesa Madre della Diocesi di Crema. Ogni nuovo Vescovo compie la sua prima visita proprio qui in questa antica chiesa come riconoscimento per le origini della Diocesi.

L’edificio presenta all’esterno una facciata a capanna e all’interno una pianta regolare divisa in tre navate da due file di sette pilastri in pietra e laterizio che reggono archi a tutto sesto. La navata centrale ti stupirà con la sua altezza e prospettiva delle sei campate. In quella a sud potrai ammirare il sito archeologico che conserva i resti dell’antica chiesa paleocristiana, risalente alla metà del V secolo, a pianta circolare rinvenuti durante gli ultimi restauri.

Gli affreschi più antichi, ancora oggi ben conservati, sono le due Madonne poste alla volta dell’arco trionfante e alcuni frammenti di una Crocifissione al centro dell’abside. Di particolare interesse sono le sculture in cotto rappresentanti il compianto del Cristo morto opera di Agostino dè Fondulis, un’artista, scultore e architetto della Gera d’adda e che nella sua vita artistica ha frequentato le botteghe del Bellini e del Mantegna.