Una grande colonna sonora: Bach, Mozart e un grammofono
Una delle prime scene dell’Albero degli zoccoli vede i contadini intenti al lavoro che all’improvviso si fermano volgendosi verso la Casa del padrone dalla cui finestra proviene della musica.
Qualche appunto sulla scena:
– il brano lirico è “Metà di voi qua vadano” tratto dal Don Giovanni di Mozart (Atto II, scena quarta), che narra di un ironico inganno escogitato dall’immorale nobiluomo ai danni dei contadini, i quali lo stanno cercando per vendicare le offese subite da Zerlina e Masetto.
– il set utilizzato per ambientare la villa padronale è Cascina Castello a Mornico al Serio, oggi utilizzata per eventi e per la Festa sull’Aia in ricordo del film.
– il grammofono del padrone ne sottolinea l’agiatezza: il grammofono fu inventato nella seconda metà del XIX come strumento di registrazione; per la riproduzione sonora invece bisogna aspettare il 1889 quando viene brevettato negli USA da Emile Berliner: era dunque un’invenzione recentissima nel momento in cui si svolge la storia, tra il 1897 e il 1898. Quindi il padrone è abbastanza ricco da permettersi le ultime novità in commercio.
– il resto della colonna sonora del film è invece composta, oltre che da canti popolari, dai brani per organo di J.S. Bach. Secondo Olmi infatti “la grandezza di Bach, come la poesia, non è né aristocratica né popolaresca, ma semplice ed essenziale come la verità”.
– un altro cameo mozartiano è tuttavia presente nella scena del piccolo ricevimento in casa del padrone, durante il quale un giovane pianista suona il celebre 3° movimento della Sonata per pianoforte n.11, meglio noto come “Rondò alla turca“.