Verso Milano: il pittoresco mosaico del Naviglio
Subito dopo la cerimonia nuziale Maddalena e Stefano muovono dalla chiesa all’imbarcadero, per poi partire alla volta di Milano su una barca che naviga lungo il Naviglio. Un percorso che ai nostri occhi, filtrati dalla telecamera, appare semplice e lineare. In realtà è un mosaico di inquadrature abilmente scelte con un occhio puntato al fascino dei luoghi, per la maggior parte già appartenenti alla provincia di Milano.
Il Naviglio Martesana a fine ‘800 permetteva dalla bergamasca di raggiungere Milano via fiume. Ma non è questo il corso ripreso da Olmi, bensì il Naviglio Grande, che offre indubbiamente scorci più suggestivi.
Giunti col carro a Cividate al Piano -all’angolo tra via S. Nicolò e via Vavassori- gli sposi si dirigono al pontile. Il set è Castelletto di Cuggiono: l’edificio bianco con un’edicola in terracotta è l’ex convento di S. Rocco, mentre l’imbarcadero è l’ex lavatoio del paese.
Mollati gli ormeggi e passato il ponte si notano due torrette svettare sopra la cima degli alberi: è Palazzo Clerici, il “castelletto” che dà il nome alla frazione.
L’imbarcazione scivola sull’acqua lasciando scorrere le vedute più belle di questo tratto di fiume: la cupola e il campanile della chiesa di Bernate Ticino, e su tutte Villa Gaia Gandini a Robecco sul Naviglio, la cui elegante scalinata a pelo d’acqua esiste tuttora; poco dopo si supera Cà di Buson, che nella realtà si trova qualche centinaio di metri a monte della Villa. Si arriva infine all’attracco, nella realtà l’osteria Sant’Antonio di Abbiategrasso, subito dopo l’antico Palazzo Stampa.
Si scende dalla barca e si entra nella grande città, tornando così nella bergamasca, per la precisione a Treviglio, la cittadina in cui Olmi è cresciuto, in via Felice Cavallotti. Se la percorrete ancora oggi, riconoscerete le transenne lavorate lungo la strada.